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L'ESTREMA AUTOCELEBRAZIONE
di Serena Ponza
Eccoci nell'era contemporanea, dove i mezzi ci permettono di scrivere di noi, anche inventarci od enfatizzare i nostri pregi. Il problema è quando salta fuori il difetto, che non è ammesso, soprattutto se ti sei autocelebrata come infallibile in ogni atomo, il dna del successo. La falla prima o poi emerge perché, è noto, l'essere umano è fallibile, seppur c'è chi vuol far credere di essere l'eccezione e riesce a convincere una mandria di adolescenti che sì, è proprio così.
Ovunque c'è celebrazione del proprio ego, smisurato anche nell'ostentazione del proprio fallimento. C'è un certo sfruttamento di ogni condizione, bellezza, ironia, disabilità, sofferenza, intelligenza, ricchezza, povertà...tutti meravigliosi mezzi per il like e le frasette di rito.
E poi c'è chi celebra il proprio dolore, come il fuoco sacro che li innalza ad arte, che li isola dal resto dell'umanità e li rende degni di scrivere, dare opinioni, sentenziare.
I nuovi poeti maledetti, una caricatura costruita ad arte.
Soli o male accompagnati.
E qui il problema è che non puoi di certo apparire felice, sia mai che poi il pubblico pensi che sei superficiale e in un lampo ti svaluti le strofe.