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Solo con la sua Paura
di Giulia Castrì
Goya soffriva, era tormentato dagli incubi, ricorrenti e concentrati soprattutto negli anni in cui dipinse le "Pitture Nere". Anche se costantemente produsse illustrazioni inquietanti, che esprimevano paure incontrollate.
Nel Colosso, 1808, si osserva un gigante all'orizzonte e sotto una piana che si sta spopolando, disperati e atterriti gli uomini scappano dall'imminente pericolo. Non è certo che il colosso rappresenti il pericolo, potrebbe essere invece il difensore del popolo in fuga.
L'opera rappresenta in ogni caso la catastrofe improvvisa che può colpire chiunque, in qualunque momento, pestilenza, guerra, follia collettiva.
"Il sonno della ragione genera mostri" fa parte della serie "Capricci", un'incisione: un uomo assopito, simbolo della società pre illuministica, viene assalito da paure ataviche, rappresentate da gufi, pipistrelli e linci. Goya disse:"la fantasia priva della ragione genera impossibili mostri: unita alla ragione è madre delle arti e origine di meraviglie".
Attento osservatore della quotidianità popolare, Goya si rinchiuse in se stesso per poter meglio rappresentare gli spettri che si agitavano dietro le maschere della società del suo tempo. Nella casa degli ultimi anni a Madrid, la cosiddetta quinta del Sordo, decorò i saloni con una serie di dipinti a olio, le Pitture Nere appunto, una raccolta delle più impressionanti immersioni di un artista negli abissi della propria psiche. Visioni cupe ed inquietanti, forti elementi onirici, Satana e megere, come se le sue paure avessero una potenza tale da sfuggire costantemente al controllo dei suoi pennelli.
(Foto dal web)