Interviste
Antonio Brescia, professore di Storia dell'Arte, si toglie qualche curiosità sulla poetessa
Barbara Dall'Idro
di Antonio Brescia
Barbara, traspare una profonda connessione con la solitudine nei tuoi scritti. Sbaglio?
La solitudine è un lusso, che fortunatamente mi sono sempre potuta concedere. Osservare e riflettere sono in assoluto azioni essenziali alla mia scrittura, e devo essere sola. È un'alchimia tra me e ciò che mi circonda che crea le immagini che poi descrivo.
Il mare è in ogni immagine, anche lontana dalla riva, come in quella delle praterie in pianura, la poesia inedita pubblicata sul tuo sito:
quegli attimi
sospesi tra due vite
sul filo della partenza
come le punte mature del grano
ondeggiano tra impazienza e desiderio
ed io mi sorprendo nel catturare
gli stessi riflessi
nella campagna e nel mare
Sì, perché le immagini sono sempre pregne della mia impazienza prepotente di essere nel mare. Tutti noi esseri viventi proveniamo dalle acque, il mio corpo e il mio spirito non lo hanno dimenticato, c'è una connessione estrema.
Il corpo, il tuo corpo, quale ruolo riveste nell'operare poetico?
Fondamentalmente ricettivo, capta ogni sensazione, suono e movimento, profumo e gusto. Senza corpo non c'è poesia, non c'è arte, è un mezzo essenziale.
Il costante riferimento alla mitologia, quella più antica, è fascinoso e ricorrente. Cosa ti lega a questa primigenia mitologia?
La mitologia originaria è protagonista di molte delle mie poesie, alle volte è latente e non esplicitata, è l'essenza da cui ha origine un percorso di immagini, poi traslate in parole. Per quanto mi riguarda è come l'idea platonica, è la scintilla di ogni forma di conoscenza.
Si parla di mare, ma anche di terra.
La terra è tanto entusiasmante quanto il mare. Amo la roccia, la falesia, la sua forma e le sue metamorfosi. Amo i suoi frutti e il suo calore. La terra è passione.
Barbara Dall'Idro è una poetessa contemporanea italiana. Dopo la Laurea Magistrale in Filosofia si è dedicata all'Arte, collaborando con una nota Galleria emiliana. Si occupa come pedagogista di disabilità cognitive. Ha scritto le sillogi poetiche Il Mantello di Urano, Ydrentòs, Oltre il Caos Hemera. Ha ottenuto molteplici riconoscimenti con i suoi versi. Le sue poesie sono pubblicate in diverse antologie poetiche corali, collabora con alcune riviste, partecipa come ospite a numerosi eventi culturali ed è giudice in concorsi letterari nazionali.
